Fu economicamente florida per oltre tre secoli, riuscendo a controllare trentatré chiese e monasteri e favorendo lo sviluppo religioso, economico e sociale del vasto territorio circostante. Attualmente inclusa nell’omonima Riserva Naturale, l’abbazia è la più importante testimonianza della presenza dei Cistercensi nelle Marche ed è considerata tra gli esempi più pregevoli e meglio conservati in Italia dell’architettura e dello stile tipici di quest’ordine.
Tre navate distribuiscono gli spazi della chiesa, unitamente a volte ogivali con pilastri coronati da capitelli romanici, scolpiti con materiali provenienti dai ruderi della vicina Urbs Salvia dai monaci, arrivati nel territorio nel 1142. Essi si dedicarono anche alla bonifica di tutta la zona circostante. Di particolare interesse sono gli affreschi del XV secolo custoditi dalla Cappella di San Benedetto ed attribuiti alla scuola camerinese. Accanto alla struttura sorge il monastero che racchiude il grande chiostro in laterizio e conserva ancora la Sala del Capitolo, il refettorio e il dormitorio dei conversi, la sala delle oliere ed altri locali.
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