Venne costruito nel 1459-1464 su progetto di Cosimo Morelli e successivamente rimaneggiato nel 1771. La facciata, incompiuta, presenta i resti di una torre campanaria di scuola gotica fiorita, attribuita a Marino di Marco Cedrino. L’interno, vasto e luminoso, è stato realizzato in stile neoclassico e si caratterizza per le grandi colonne che suddividono le tre navate. Qui è conservato in una preziosa urna di argento il braccio di S. Giuliano, protettore della città. La pala dell’altare è opera di Cristoforo Unterbenger, mentre sotto le cantorie si trovano interessanti tele del 1602 di Filippo Bellini.
Pregevolissime sono le grandi tempere nei pennacchi del catino, di Silvio Galimberti. Molti altri sono i gioielli che questo scrigno di tesori serba: una “Consegna delle Chiavi” di scuola bolognese, la “Madonna fra i SS. Sebastiano e Andrea”, dipinta nel 1600 da Andrea Boscoli, uno dei migliori manieristi fiorentini, un mosaico con San Michele Arcangelo eseguito nel 1628 da Giambattista Calandra per la basilica vaticana, “San Carlo Borromeo”, tela del 1790 del maceratese Vincenzo Martini.
La Cappella del SS. Sacramento, opera di Giuseppe Rossi, è una sapiente riproduzione dello stile settecentesco, con la cupola affrescata dal Pavisa, mentre un’altra cappella custodisce il fonte battesimale, frammento di una grande costruzione lignea seicentesca, che riproduceva il progetto michelangiolesco per la Basilica Vaticana. Numerosissime e preziose opere d’arte sono custodite anche nella sacrestia e sulla cantoria si trova l’organo costruito nel 1790 da Gaetano Callido.
– Momentaneamente inagibile a causa dei danni provocati dal sisma del 2016 –
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