L’edificio conserva dipinti di buona fattura come “Il Miracolo delle Ciliegie” del Fanelli, “La Madonna in trono e Santi” di Antonio da Faenza e una “Crocifissione”, copia da Scipione Pulzoni, detto il Gaetano. Il bel complesso monumentale risale alla metà del XVIII secolo.
Gli ultimi restauri, eseguiti in occasione del VII centenario della morte di Santa Sperandia – il cui corpo si conserva incorrotto nel Santuario – hanno portato all’apertura al pubblico della camera della Santa, trasformata in oratorio sacro.
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