Nato a Pausula (oggi Corridonia), in provincia di Macerata, il 19 agosto 1887; caduto in combattimento sul Carso, alla “Trincea delle Frasche”, il 23 ottobre 1915.
Nella prima giovinezza è mazziniano. Uscito dalla scuola industriale superiore di Fermo, trasferitosi a Milano nel 1905, è impiegato disegnatore presso la ditta Miani-Silvestri. Si getta subito nella lotta sociale, militando nelle schiere del Sindacalismo Rivoluzionario.
Propagandista e volontarista, insieme con la rivolta delle masse operaie, Corridoni predica la rivolta della borghesia per l’avvento di una classe dirigente più consapevole ed atta ad affrontare una lotta decisiva. Allo scoppiare della guerra dichiara di trovarsi di fronte all’immaturità proletaria e a moltissimi problemi da risolvere in comune con le altre classi sociali.
Si schiera a fianco di Benito Mussolini e benché inabile alle fatiche di guerra riesce a farsi inviare al fronte come volontario. Nella vittoria, vede la premessa necessaria allo sviluppo ed alla grandezza della nazione. Nella fatale e gloriosa giornata del 23 ottobre, all’assalto della Trincea delle Frasche, Corridoni, in testa alla sua compagnia, anima i compagni che muovono lungo la collina verso le munite trincee austriache e canta gli inni della patria. Al segnale d’attacco egli è fra i primi a saltare fuori dalla trincea di partenza ed è sempre tra i primi a giungere sulla trincea avversaria ove, in piedi, agita il berretto gridando “Vittoria! Viva l’Italia!”. Qui cade colpito a morte. Viene decorato con medaglia d’argento, trasformata poi in medaglia d’oro.
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