Pittore ed architetto, è considerato il padre del futurismo italiano, autore, con Vinicio Paladini, del Manifesto dell’Arte Meccanica Futurista. A cavallo tra il 1923 ed il 1924 realizzò, su commissione dell’imprenditore Erso Zampini di Esanatoglia, gli arredi di 4 ambienti di Casa Zampini, unico esempio in Europa di arredo futurista di una intera abitazione. Dal 1927 fu allievo di Walter Gropius alla Bauhaus finché, nel 1933, essa venne chiusa dalle forze armate naziste. Grazie alle amicizie strette in Germania, partì per vari viaggi internazionali, che lo portarono dalla Lapponia al Brasile fino a costeggiare le coste dell’Africa. Proprio durante i suoi viaggi si dedicò all’attività di fotoreporter, collaborando per importanti riviste italiane, e servì da corrispondente di guerra in Germania. Dalla seconda metà del 1900 riprese a dipingere e si lanciò in una nuova carriera da designer, tornando, negli anni ’70, nella sua natia Macerata.
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