Fatto costruire come propria dimora gentilizia da Nicolò Bonafede, vescovo di Chiusi, è una delle maggiori architetture del Rinascimento nelle Marche, insieme al palazzo ducale di Urbino.
Era destinato a celebrare Bonafede, esaltandone nella città natale il ruolo di mecenate e le cariche politiche e le imprese militari, ricordate nelle molte scritte che si vedono all’esterno.
All’interno, oltre al cortile rinascimentale, notevoli sono gli affreschi della cosiddetta “camera picta” (detta anche Stanza del Vescovo) al pianterreno e, al piano nobile, la fascia ad affresco con i “Trionfi di Nicolò Bonafede”, frammenti di una decorazione ben più ampia: i dipinti, databili intorno al 1515-1520 sono stati attribuiti al pittore spagnolo Johannes Hispanus. Nella sala consiliare si trova un quadro di Luigi Fontana, del 1869, che raffigura Niccolò Bonafede che visiona il progetto del palazzo.
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